Sistema italo-svizzero

Abbiamo già discusso le caratteristiche del sistema svizzero. In quella discussione era implicitamente assunto che i giocatori avessero un rating, cioè un qualsiasi punteggio che ci permetteva di avere una misura della loro forza relativa. A livello internazionale il rating è costituito dal punteggio Elo. E' proprio grazie all'elo che il sistema svizzero riesce ad incorporare al suo interno una sorta di sistema ad eliminazione diretta in quanto determina automaticamente le teste di serie virtuali. Ma che cosa fare quando i giocatori non hanno rating o il loro rating è completamente inaffidabile?

Esistono al riguardo altri sistemi svizzeri basati su qualche altro criterio capace di determinare la forza di gioco del giocatore. Uno di questi criteri è il buchholz usato di solito come criterio di spareggio. Ad ogni giocatore è associato un numero ottenuto sommando i punti realizzati dai suoi avversari, cioè il bucholz. Al primo turno esso è zero per tutti, mentre comincia a differenziarsi a mano a mano che si prosegue con i turni di gioco. Sistemi di questo tipo, quindi, ricavano dal torneo in corso le informazioni sulla forza relativa dei giocatori. Per esempio, il sistema svizzero FIDE Burstein basato sul bucholz, ad ogni turno accoppia i giocatori con uguale punti, facendo in modo da opporre quelli col bucholz alto a quelli col bucholz basso.

In Italia, per molti anni, in ambito scacchistico è stato in voga il sistema italo-svizzero. Ora è relegato ad alcuni tornei promozionali e giovanili studenteschi. Si tratta di un sistema facilissimo da imparare ed applicare. Il regolamento lo trovate sul sito di Maurizio Mascheroni. Fondamentalmente consiste nel disporre i giocatori in circolo secondo l'ordine del numero di ordine (sorteggiato una volta per tutte all'inizio del torneo) e poi si scorre il cerchio, sempre nella stessa direzione senza mai tornare indietro, alla ricerca del giocatore col punteggio più alto e del suo avversario,ovvero il più prossimo giocatore avente un punteggio uguale o di poco inferiore. Per la sua semplicità sembra fatto apposta per gli arbitri idioti. Vediamo se è fatto anche per i giocatori analizzandone le ricadute sul torneo.

1. Rapidità nella formazione del vertice della piramide

Si consideri la seguente situazione: i giocatori 4, 8, 13, 27 hanno tutti 4 punti mentre gli altri giocatori hanno meno punti; inoltre la rotazione inizia dal giocatore 4. Il sistema prova a formare le coppie (4, 8) e (13, 27). Che succede se (4, 8) è possibile mentre (13, 27) è impossibile perché hanno già giocato? Nessun problema, continuando la rotazione il 13 va a pescare un avversario a meno di 4 punti, e lo stesso farà dopo il 27. Cioè al turno successivo potremmo avere tre giocatori a 5 punti: uno proveniente dalla coppia (4, 8) oltre al 13 e al 27.
Con il sistema svizzero, invece, prima di formare coppie con i giocatori a punteggio più basso, occorre tentare tutte le combinazioni possibili con 4, 8, 13 e 27 per farli giocare tra loro. Se ciò è possibile al turno successivo possiamo avere al massimo due soli giocatori a 5 punti. Come si vede lo svizzero "converge" più rapidamente mentre l'italo svizzero non si preoccupa minimamente del problema, anzi lo aggrava.
La conseguenza di ciò e che nel sistema italo-svizzero, per portare un giocatore al vertice in modo univoco, occorrono più turni rispetto a quelli occorrenti al sistema svizzero. In altri termini il sistema italo-svizzero è una variante ritardata dello svizzero in contrapposizione a quello accelerato.

2. Qualità degli abbinamenti

Il sistema italo-svizzero è stato usato dalla FSI in passato soprattutto in tornei con giocatori dotati di rating (è tuttora l'unico sistema in vigore nella FID, Federazione Italiana Dama). L'intero sistema fa dipendere gli abbinamenti dal "sorteggio" effettuato al primo turno. Quindi anche i turni successivi riflettono questo carattere aleatorio. Nello scorrere sul cerchio giocatori forti e deboli sono considerati alla stessa stregua. Pertanto il sistema, pur avendo a disposizione un rating, di fatto lo ignora formando un abbinamento del tutto casuale per cui è possibile fare incontrare subito i forti tra loro mentre i deboli giocano tra loro ed appaiono in testa alla classifica. Non è raro trovare in testa alla classifica dei tornei italo-svizzeri un alto numero di giocatori su cui nessuno avrebbe scommesso un centesimo, mentre i forti, eliminatisi tra loro in precedenza, occupano i posti bassi della classifica. In pratica viene del tutto rinnegato il principio su cui si basa il sistema svizzero.

3. Ripartizione dei vantaggi

A scacchi il vantaggio del Bianco è importantissimo ed i giocatori dovrebbero averlo a turno. Nel sistema italo-svizzero ciò è irrilevante: se a giocare sono due che hanno già giocato due volte (o tre) di fila col bianco, la coppia gioca lo stesso, e non si cercheranno altri avversari con cui effettuare una alternaza di colori. Cioè si spera che i colori possano essere bilanciati nel prosieguo del torneo. Pertanto, nei tornei con 5 o 6 turni, è facile trovare chi ha giocato 4 volte con lo stesso colore.


In campo FID il tutto è ancora peggio. A dama l'apertura viene sorteggiata. Esistono aperture che sono favorevoli al bianco ed altre (in maggioranza) favorevoli al nero. Per cui l'alternanza del colore non implica affatto l'equa distribuzione dei vantaggi: esce una apertura vantaggiosa al bianco e gioco col bianco, dopo giocherò col nero ma viene sorteggiata un'apertura vantaggiosa al nero, e così via. Alla fine potrei avere accumulato tanti vantaggi. Il colore invece dovrebbe essere assegnato solo dopo aver visto la storia dei vantaggi (e non dei colori).

A questo punto spero sia chiara la pericolosità di questo sistema e quanti danni possa produrre in un torneo. Non so quando sia stato inventato e in che contesto, forse giustificabile in passato. Di sicuro oggi deve essere accantonato ed additato come un cattivio esempio di sistema di abbinamento.